Sembrerebbe che in questo momento pesi molto sul cambio verso il dollaro il rapporto della politica monetaria delle due banche centrali:
io non so se si sta riproponendo una situazione simile a quella del 2007, in cui una Bce moderatamente più espansiva e la crisi finanziaria partita dagli USA innescò il più grande rafforzamento dell’euro su dollaro della storia… ma certamente oggi la sfiducia verso la politica ed economia USA e un differenziale di M1 leggermente negativo:
sta spingendo al rialzo l’euro, che di questo passo raggiungerà molto presto il suo Fair Value (1,20):
e forse andrà anche oltre:
sarà solo allora che la Fed, davanti a un dollaro tramortito proprio come nel 2008, non avrà altra scelta che mettere attivamente mano alla pressa e ristabilire la fiducia verso la valuta e verso i mercati finanziari. Perciò ancora una volta capiamo come oggi il cerchio si stia stringendo sempre di più intorno a Powell affinché prenda delle misure inequivocabili il prima possibile.
Io spero che entro la fine del 2025 si risolva la questione per non prolungare ulteriormente l’agonia dei mercati. A proposito di agonia:
l’indice sta rompendo la media mobile di resistenza di breve-medio termine come già ci aspettavamo nel report del 15 aprile… e considerando i volumi intraday ancora insufficienti:
e la velocità che ha già segnato il massimo:
i target indicati in suddetto report mi sembrano ancora validi e quindi il Taylor di medio termine:
mi convince almeno fino al massimo di maggio… che poi ci aspetti una nuova caduta in area 30.000 non è da escludere ma ancora da confermare.